2018 L'ANNO CHE VERRÀ, DEVE ESSERE DIVERSO (PER FORZA)

Dicono che il 2018 sia alle porte e io ne sono solo felice. Ogni fine d’anno mi domando come sarà l’anno che verrà, chi incontrerò, come crescerò, chi perderò.

Sono felice di lasciarmi il 2017 alle spalle, con me nel nuovo anno porto solo le gioie e i risultati ottenuti, ma si dai, pure qualche persona (sono sempre più dell'idea "pochi ma buoni"), ma per il resto, volto definitivamente le spalle ai 12 mesi passati.

Mi sono messo a leggere i vari oroscopi che girano sulla rete in riferimento al mio segno: l’Acquario.

Tutti dicono cose diverse, chi sostiene che arriveranno grandi incazzature ma che saprò gestire, chi asserisce che ci saranno soldi a palate, chi invece assicura che i problemi d’amore sono solo un lontano ricordo ma, nello stesso oroscopo, poche righe dopo, l’amore avrà dei tentennamenti (la coerenza prima di tutto).

Non ho mai creduto alle stelle, sono troppo lusinghiere e cariche di promesse che non mantengono; i bilanci per l’anno che si sta per concludere, me li canto e me li suono io, anche se ne faccio ben due, uno a settembre e uno giustamente a dicembre, ma forse, in questo periodo di fine e nuovo inizio, abbiamo un po’ tutti bisogno di leggere qualcosa che ci rassicuri, che ci coccoli come farebbe una mamma accarezzandoci la testa e sussurrando che andrà tutto bene nel nuovo anno.

La cosa comune che ho letto però è quella riguardante i cambiamenti, grandi rivoluzioni per il mio segno, decisioni che spazzano via le (non) scelte del passato e le strade percorse per non deludere le aspettative di altri (queste sono le parole che mi stanno riecheggiando nella testa) parole limpide e dure che raccontano una grande mia verità. 

Un altro anno se ne va, un anno intenso, di insegnamenti, di scoperte agrodolci, di laceranti dolori e incontenibili gioie e soddisfazioni.

Un anno che mi ha accompagnato per mano a scoprire una maggiore consapevolezza di me, 12 mesi in cui ho scoperto nuove sfaccettature di me stesso, lati belli del mio carattere che avevo sepolto sotto maschere di insicurezza e paure, una tra tutte le nuove scoperte? La capacità di perdonare (ma non dimenticare) e la comparsa di quel dono che non ho mai avuto, la pazienza, quella capacità di aspettare i risultati che stanno arrivando dopo aver seminato con passionale determinazione.

 Un 2017 faticoso ma al tempo stesso gratificante nell’aver goduto dei traguardi raggiunti dopo infinite lotte per mantenere ben saldi i valori umani e professionali i cui ho sempre creduto e crederò.

In sostanza, un anno di pensieri pesanti come macigni e sfide vinte con la leggerezza di un cuore che non smette di battere, non dimenticando le speranzose promesse che ho fatto e che mi sono fatto e tra i miei tanti difetti, un pregio c’è, quello di mantenere sempre le promesse in un modo o nell’altro.


2018 l'anno che verrà Stefano Zulian