CORONAVIRUS, CIÒ CHE MI SPAVENTA È IL FUTURO E CIÒ CHE MI RINCUORA È L'UMANITÀ

In questi giorni dove tutto è strano, rallentato, desolato e sospetto, stiamo sviluppando pazzi e inutili anticorpi contro ciò che temiamo, non conosciamo o non riusciamo a controllare e gestire come il Coronavirus.

C’è paura. Ma oltre a quella che diffondono i media e le persone che no accendono il cervello, c’è un altro tipo di paura, quella per il futuro. Almeno per quanto mi riguarda. Già l’Italia a livello economico non se la stava passando bene, ora che succederà?

Penso che vorrei vedere più altruismo, educazione e senso civico ma, molte volte, vedo l’esatto opposto. Quasi un menefreghismo dilagante.

Possibile, che in questo periodo storico, ci siano persone che non hanno ancora un qualsiasi tipo di riguardo, attenzione o prudenza? 
Io sono arrivato al punto, se sono in un luogo con nelle vicinanze qualche persona, di sentirmi in obbligo di soffocare un possibile colpo di tosse o di allontanarmi quando sento nascere uno starnuto.

Lo faccio per rispetto, per non creare in qualcuno reazioni di allarmismo o sdegno che potrei avere benissimo anche io.

D’altro canto, mi rincuora vedere l’umanità delle persone. È proprio vero, nel dolore e nella paura
si tira fuori o il peggio o il meglio di sé. Percepisco che le persone ci sono, aiutano, capiscono.

Ho letto, sentito e visto di tutto e di più. Scene patetiche, ma anche e soprattutto immagini che fanno riflettere. Tanto. 
Sono in grado di avere abbasta buon senso per capire e discernere ciò che nella mia mente devo immagazzinare o meno e dovremmo averlo tutti questo BUON SENSO e SENSO CIVICO.

In questi giorni, non riesco a definire il mio essere e stare.
Ho sensazioni contrastanti. Sento limitato uno dei più grandi valori che ho sempre difeso: LA LIBERTÀ, ma è una cosa transitoria, mi ripeto. 
Mi prende IL NERVOSO nel vedere quanta strafottenza e menefreghismo abbiano certe persone che non si rendono conto della situazione in cui siamo impantanati e dalla quale forse ne usciremo con immane fatica
LA PREOCCUPAZIONE per i miei genitori e i miei nipoti mi fa piombare in un stato di APPRENSIONE tanto da dire a mamma e papà di non muoversi da casa e che la spesa gliela porto io. Mi hanno giustamente mandato a fanc*** perché: “Non siamo così vecchi - stiamo attenti, molto più di tanti str**** che fanno gli spendidi”. Non soffro molto la SOLITUDINE anche se sono bloccato a Padova, gran parte del mio cuore e affetti familiari sono qui, questo mi rincuora. 


Ma parte del mio cuore e della mia vita è anche a Milano.

PENSO anche che se fossi dovuto rimanere a Milano per un mese senza potermi muovere, allora forse mi sarei sentito solo pur non essendolo.

Insomma ho un CASINO interiore che non scherza. 
Mi manca il CONTATTO fisico con le persone. La FREDDEZZA di un saluto “da lontano”, una stretta di mano mancata, un bacio mandato all’aria, un abbraccio non dato mi fanno RATTRISTARE.

È proprio vero, quando gli eventi ci portano via emozioni o gesti che riteniamo naturali e automatici, ci rendiamo conto di quanto in realtà siano pieni di significato, fondamentali e umani.

Questi giorni portano a pensare, più del dovuto e per me che sono campione mondiale di elucubrazioni mentali, è tutto dire.. 

Rimango attonito nel vedere, in una situazione del genere, persone che se ne approfittano a livello economico (vedi mascherine o disinfettanti a prezzi folli) e a anche a livello morale. Vanno a colpire là dove la fragilità e la confusione stanno regnando.

Vedo iniziative più o meno “umane” e sensibili per sentirsi e far sentire meno soli, per trasmettere solidarietà, per dare coraggio.


Tutto è in silenzio. Non sento un suono. Qualche macchina solitaria, un cane che abbaia, gli uccelli che canticchiano.

Riesco a sentire, stranamente, tutto ciò che “normalmente” non sento per il troppo rumore che c’è fuori e che ho dentro.

Non mi frega niente di sembrare imbattibile agli occhi degli altri. Sono capace di mostrare le mie emozioni, capita di volerle reprimere ma niente, non ce la faccio.

Non riesco a far finta di niente. Non riesco a non incazzarmi quando vedo stupidità e superficialità. Non riesco a trattenermi quando vedo chi, per non ammettere o volere capire che la situazione è pesante, si focalizza su cose totalmente infime.


Perdonatemi ma... ci sono momenti in cui tiro fuori lo Stefano pagliaccio che cerca di intrattenere e distrarre, ma c’è anche lo Stefano riflessivo, serio e sensibile. 
Cioè... quello che avete letto ora.